Sono Mirco Calleo fondatore della ditta Tridente Blu, realtà che si occupa principalmente di formazione per il primo soccorso terra/mare e gestione dello stress. Oggi desidero parlare di un argomento che mi sta particolarmente a cuore, la gestione dello stress durante le emergenze, in particolare per i soccorritori.
Quando si parla di formazione al primo soccorso di solito si cerca di capire la normativa, gli obblighi di legge, la durata dei corsi, le scadenze dei rinnovi, il numero minimo di addetti da formare, quali kit o dispositivi salvavita occorre possedere e così via. Successivamente si cerca un ente affidabile e flessibile in grado di soddisfare le nostre specifiche esigenze e se possibile si cerca di ottenere da questo il miglior risultato al miglior prezzo, assicurandoci però di mantenere alta la qualità dell’addestramento e di raggiungere gli obiettivi didattici che ci siamo prefissati. A questo punto le diverse realtà pensano di aver soddisfatto tutti gli obblighi ed è vero, in parte, perché in questo calderone di informazioni, ricerche e collaborazioni, la maggior parte delle realtà non hanno avuto il tempo di porsi alcune domande in merito alla nomina degli addetti al primo soccorso e sulle conseguenze negative delle loro azioni. Si pensa che svolto il corso e ottenuto l’attestato è possibile stare tranquilli e che ora si è in regola, ma purtroppo basta porsi qualche domanda in più per abbattere certe convinzioni:
▪︎ In base a quale criterio sono stati selezionati gli addetti al primo soccorso?
▪︎ Sono idonei a livello psico-fisico?
▪︎ Avete parlato con loro del ruolo che devono ricoprire?
▪︎ Siete sicuri che elementi stressogeni pregressi non possano interferire sulla loro capacità o volontà nel prestare soccorso?
▪︎ Siete pronti a rispondere per le loro azioni, mettendo in gioco anche l’immagine della vostra realtà?
▪︎ Non sarebbe meglio lasciare questa valutazione a dei professionisti pronti a garantire per voi? Che siano magari pronti a metterlo per iscritto!
Ottemperare alla normativa obbligatoria può non essere sufficiente a dimostrare di aver fatto tutto il possibile.
I corsi salvavita base insegnano ai partecipanti come prestare soccorso in caso di emergenza, ma per essere efficaci necessitano di pratica costante e non basta il consueto “aggiornamento”. La ricerca infatti dimostra che il ricordo delle abilità apprese iniziano a deteriorarsi già nei primi mesi dal termine dell’addestramento. Agli addetti del primo soccorso non viene fornita una adeguata formazione sulla gestione dello stress ma ricevono invece, come unica indicazione di base, un generico “mantenete la calma”. Questo a nostro avviso non è sufficiente a garantire lucidità mentale in caso di emergenza e può portare gravi ripercussioni sotto molti aspetti, anche legali, diventa quindi necessario rendere più efficiente la risposta all’emergenza del proprio staff con una formazione specifica in materia di stress e il miglioramento del benessere psicofisico del soccorritore.
Gli obiettivi dell’addestramento devono quindi includere il riconoscimento dello stress e la gestione dello stress.
Per ridurre i livelli di stress ed aumentare la fiducia e la sicurezza di sé, ogni addetto al primo soccorso deve essere informato su argomenti che trattano la cura di sé stessi, così da poter funzionare meglio come soccorritori, nello specifico sto parlando di approccio nutrizionale sano ed equilibrato che fornisca al corpo tutti gli elementi di cui ha bisogno e di allenamento performante in grado di condizionare il sistema cardiorespiratorio.
Consiglio inoltre di mantenere un dialogo con il vostro istruttore di riferimento, specialmente in fase post corso così che possiate al bisogno parlare con lui e ricevere preziosi consigli evitando il più possibile il famoso fai da te.
Esiste una soluzione concreta?
Certo che SI. Attraverso una formazione specifica in materia di primo soccorso e gestione dello stress, basata sul dialogo diretto con il soccorritore in modalità uno a uno (corso one to one method), sarà più facile valutare la sua preparazione, la sua risposta all’emergenza e capire se l’obiettivo è stato raggiunto con successo. Un bravo istruttore non avrà problemi a garantire per voi e per la vostra realtà (servizio guaranteed).
Ecco i sei motivi più comuni che fanno esitare le persone a fornire soccorso di emergenza:
▪︎ Ansietà.
▪︎ Senso di colpa.
▪︎ Timore di un’esecuzione imperfetta.
▪︎ Timore di far peggiorare le condizione di una persona.
▪︎ Paura di contrarre infezioni.
▪︎ Preoccupazione sulla responsabilità civile.
Esistono poi altri elementi stressogeni che per mia esperienza diretta fanno esitare il soccorritore, come:
▪︎ Il legame emotivo con il paziente, ad esempio se si tratta di vostro figlio, del vostro compagno o compagna, di un genitore, un parente, un amico.
▪︎ Essere l’unica persona presente.
▪︎ Essere osservato da tutti.
▪︎ Essere continuamente interrotti dai presenti, il ché può generare ulteriore confusione o stress.
▪︎ La location che offre diverse variabili e che può causare stress, come la distanza dalla città e dai servizi di soccorso, trovarsi all’aperto o al chiuso, essere nel proprio paese o all’estero, essere sulla terra ferma, in mezzo al mare, o a bordo di un aereo.
▪︎ L’età del paziente, non tutte le persone reagiscono nello stesso modo di fronte ad un neonato, ad un bambino, o ad un adulto. E possono esitare ulteriormente se si tratta di una donna, di una persona di diversa etnia, di un anziano, di una persona fragile, o di un disabile.
Abbi fiducia nel tuo addestramento come soccorritore e non farti prendere dal panico, mantieni la calma !
Fermati – Respira – Pensa – Agisci.
Impara a gestire lo stress in maniera preventiva, prenditi cura di te stesso, fai attività fisica, segui una dieta bilanciata, stai all’aria aperta e cerca di condurre uno stile di vita sano.
Cerca sempre di rilassarti prima e dopo l’incidente (ma non essere pigro), è importante abbassare la frequenza cardiaca e la pressione arteriosa, anche una camminata può essere una valida soluzione, specialmente se voglio ridurre l’elevato tasso di adrenalina prodotto dal corpo durante l’emergenza. Cerca di evitare stimolanti come la caffeina, la nicotina o l’alcool.
Condividi con altri la tua esperienza relativa all’incidente, così da riuscire ad elaborare meglio i tuoi pensieri e le tue emozioni, parlare può essere una buona medicina.
“Aiutare il prossimo nel momento del bisogno sottopone a stress il vostro corpo, sia emotivamente che fisicamente”.
Per mia esperienza vi consiglio un approccio nutrizionale sano ed equilibrato, che fornisca al corpo tutti gli elementi di cui ha bisogno, abbinato ad un programma di allenamento performante in grado condizionare il sistema cardiorespiratorio.
Questi preziosi consigli non sono rivolti solo ai soccorritori, ma a chiunque dovesse trovarsi a gestire situazione ad elevato contenuto stressogeno, come ad esempio nel campo della difesa personale.
“Autodifesa è gestione dello stress durante le emergenze”.
Ci tengo a precisare che non sono un professionista di arti marziali, non ho mai svolto in maniera continuativa sport da contatto o corsi di autodifesa, ma spesso ho lavorato in sinergia con queste realtà all’interno di palestre e dojo, al fine di trattare le tematiche che più mi hanno contraddistinto negli ultimi anni, ovvero lo stress. Questa condizione psicofisica ci accompagna in ogni momento della nostra vita, che sia a livello familiare, sociale, economico, lavorativo, o causato da un evento imprevisto come un soccorso, un incidente, o un’aggressione, sempre di stress si parla. Per definizione lo stress è un meccanismo di adattamento che scaturisce ogni qual volta si affronta una nuova situazione, pertanto impare a riconoscerlo e gestirlo può aiutarci in tante situazioni.
Ma torniamo a noi, in che modo la gestione dello stress “va a braccetto” con l’autodifesa?
La combinazione di questi due programmi fornisce la preparazione necessaria per far fronte alle situazioni di criticità, emergenza, o pericolo nella quotidianità, mettendo in armonia mente, corpo e spirito, al fine di gestire al meglio la sua naturale conseguenza, lo stress.
Quindi sviluppa le tue conoscenze teroriche e pratiche per combattere lo stress e utilizza fin da subito queste 2 tecniche:
▪︎ Visualizzazione della scena:
FERMATI – valuta l’aspetto della scena, identifica eventuali pericoli o ostacoli intorno a te e stabilisci una potenziale via di fuga. Eventualmente se la situazione lo permette rifletti sulla dinamica che ha portato a questa situazione, così se possibile puoi attuare qualche tecnica di dissuasione.
RESPIRA – lentamente, profondamente e con la massima tranquillità, cercando di raggiungere uno stato di calma e stabilità emotiva tale da poter rispondere all’emergenza in maniera adeguata e responsabile.
PENSA – formula un piano di azione sicuro focalizzato sulla via di fuga. Pensa al tuo addestramento e mantieni la calma, sii cosciente dei tuoi limiti e valuta la tecnica più adatta alla situazione, elusione o contrattacco. La tua sicurezza deve essere la tua massima priorità.
AGISCI – inizia a difenderti dell’aggressione mantenendo alta la tua sicurezza.
L’allenamento cardiorespiratorio e fisico applicato metodologicammente, costantemente e in maniera progressiva ti consentirà di raggiungere livelli di performance tali che i tuoi tempi di reazione saranno sempre più veloci.
▪︎ Visualizzazione degli scenari di pratica:
In diversi sport e attività ricreative si raggiungono le massime prestazioni visualizzandone le tecniche eseguite nel modo migliore, immaginando, pensando e rievocando. Per fare questo occorre prima di tutto immaginare se stessi dentro la scena, prima dell’azione, questo include l’abbigliamento classico o tecnico sportivo, il territorio circostante cittadino o immerso nella natura, la tua frequenza cardiaca se eri a riposo o sollecitato da un allenamento e così via. Lo scopo è quello di creare uno scenario mentale il più dettagliato possibile, che comprenda scena, località, tipologia di aggressore, azione e condizione, fisica e mentale, vostra e dell’aggressore, infine identificare gli elementi di stress che costituiscono la scena. Una volta costruito lo scenario dovete concentrarvi sul requisito di esecuzione, che può essere ad esempio mantenere una frequenza cardiaca che rispecchia il tuo benessere psicofisico, oppure il superamento degli elementi di stress attraverso una maggiore consapevolezza delle proprie capacità, oppure la massima esecuzione della tecnica di autodifesa appresa durante gli allenamenti.
Ricapitolando si raggiungono le massime prestazioni visualizzandone le tecniche eseguite nel modo migliore, immaginando, pensando e rievocando. È un allenamento mentale e non fisico, pertanto può essere eseguito ovunque, in qualunque modo e in qualunque momento. È uno strumento prezioso nella lotta contro lo stress, ti voglio ricordare che lo stress è un meccanismo di adattamento che scaturisce ogni qual volta si affronta una nuova situazione, pertanto se avrai visualizzato più volte una determinata situazione in emergenza, sarà un po più facile per te gestire lo stress che ne deriva, inoltre la tua azione-reazione sarà più istintiva perché guidata dall’esperienza appresa in aula e perfezionata nella tua mente.